Se nei decenni passati era normale associare questa pianta a contesti di illegalità, oggi come oggi, anche grazie alla ricerca scientifica, ci si focalizza molto di più sui suoi benefici, che impattano sia su aspetti della salute come il tono dell’umore e il controllo degli stati infiammatori, sia sulla bellezza esteriore.
Sì, hai capito bene: in un periodo che sta vedendo la skincare esplodere lato popolarità - in questo caso, molto si deve ai social - uno dei principi attivi della cannabis, il CBD, sta conquistando i brand di cosmetica con i suoi benefici.
I prodotti che lo vedono come ingrediente principale vanno a ruba (e a dimostrarlo ci pensano i numeri di e-commerce verticali sul mondo della cannabis che, come il celebre Cbweed, uno dei nomi di spicco nel settore, sono caratterizzati da un’ampia sezione dedicata al mondo beauty).
A cosa è dovuto questo successo? Continua a leggere per scoprirlo!
Perché il CBD fa bene alla pelle
Il CBD o cannabidiolo, il principio attivo della cannabis più famoso dopo il THC, è un rimedio naturale efficace per diverse problematiche della pelle soprattutto per via della sua capacità di interagire con i recettori del sistema endocannabinoide.
Scoperto negli anni ‘90, può essere definito come un sistema biologico di comunicazione tra le cellule del corpo umano. Il suo compito è importantissimo e riguarda il mantenimento dell’omeostasi dell’organismo.
I suoi recettori sono collocati in diverse zone del corpo, tra le quali è possibile includere la pelle.
Nel momento in cui avviene l’interazione con il CBD, si concretizzano diversi benefici, tra i quali è possibile chiamare in causa il controllo dei processi infiammatori.
Non a caso, il cannabidiolo è spesso presente come ingrediente di cosmetici dedicati a chi, nelle varie fasi della vita e non solo nella critica adolescenza, soffre di acne.
Un capitolo di massima rilevanza riguarda l’efficacia antiossidante di questo attivo naturale.
Anche se, come sottolineato, per esempio, nel testo di un articolo scientifico pubblicato nell’ottobre dello scorso anno e curato da un team di esperti dell’Università di Tokyo, sono ancora pochi gli studi clinici condotti con lo scopo di inquadrare gli effetti del CBD sulla pelle, diverse prove sia in vitro sia in vivo parlano chiaramente di una sua efficacia antiossidante.
In particolare, è stato possibile notare, nel corso del tempo, la capacità di concretizzare un blando effetto tensore, riducendo la visibilità delle prime rughe.
La sua azione riguarda anche quelle profonde, motivo per cui può essere considerato adatto a tutte le età. In generale, il CBD come ingrediente di cosmetici è privo di effetti collaterali, fatta eccezione per i casi in cui si ha a che fare con un’allergia ai principi attivi contenuti nel prodotto.
I traguardi degli ultimi anni
La maggior sensibilità verso i benefici della cannabis, anche nell’ambito della skincare, ha portato a diversi passi in avanti dal punto di vista normativo. Uno dei più rilevanti per l’argomento che stiamo trattando risale al 2021 e riguarda l’inclusione del CBD non sintetico - ossia quello di origine vegetale - nell’elenco degli ingredienti del CosIng, ossia il database della CE che racchiude tutte le informazioni sulle sostanze e sugli ingredienti utilizzabili nell’industria cosmetica.
La decisione, che ha coinvolto in particolare il CBD derivante dagli estratti, dalle tinture o dalla resina di cannabis, è stata presa dagli esperti di un dipartimento della Commissione Europea.
Prima del 2021, le aziende produttrici di cosmetici potevano utilizzare, per le loro preparazioni, unicamente il cannabidiolo di origine sintetica. Non c’è che dire: si tratta di un grande cambiamento, che mette al centro i benefici di una pianta che accompagna l’uomo da sempre (le prime coltivazioni risalgono a oltre diecimila anni or sono).