Nella seconda decade del mese di ottobre, i Carabinieri del Comando Provinciale di Torino, avvalendosi del locale Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, hanno effettuato una serie di controlli periodici nell’area metropolitana relativamente alla sempre più attuale e delicata materia della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nonché la verifica della corretta instaurazione delle procedure del caso.
In particolare sono state controllate 21 attività commerciali (ristoranti, bar, pub, aziende di servizi) di cui 7 sono risultate irregolari; nelle aziende sanzionate sono state verificate in loco un totale di 12 posizioni lavorative, di cui 3 irregolari - due “in nero” ed una con l’impiego di un lavoratore clandestino sul Territorio Nazionale.
Nello specifico, le ispezioni hanno consentito di individuare:
- un’attività di ristorazione in Pianezza, sanzionata penalmente per la mancata redazione del DVR, per l’installazione di impianti di videosorveglianza senza preventiva autorizzazione nonché per l’impiego di un lavoratore “in nero”; - un’azienda di Torino operante nel settore dei servizi ecologici, sanzionata per la mancanza del DVR;
- un albergo di Pragelato, sanzionato penalmente per la mancata nomina del servizio RSPP (responsabile del servizio di prevenzione e protezione);
- un’azienda agricola di Santena, sanzionata penalmente ed amministrativamente per l’impiego di un lavoratore “in nero” irregolare sul territorio nazionale;
- un minimarket etnico di Torino, sanzionato penalmente per la mancata redazione del DVR nonché per l’impiego di un lavoratore “in nero” - attività imprenditoriale sospesa; - un’azienda di servizi di comunicazione di Torino, sanzionata penalmente per la mancata nomina del servizio RSPP e mancato aggiornamento del DVR - attività sospesa.
Le posizioni dei lavoratori non assunti andranno regolarizzate per il periodo sommerso con la ricostruzione del rapporto professionale: i datori di lavoro dovranno versare la mancata contribuzione e retribuzione oltre alle sanzioni del caso (sono state contestate sanzioni amministrative pari a circa 40.000 euro).
I provvedimenti a carico degli interessati sono state emesse durante le indagini preliminari e, pertanto, vige la presunzione di non colpevolezza.