Nuove increspature in quel grande oceano - quello dell'aerospazio - che Torino e il Piemonte sono decisi a solcare, in questi anni. Sul fronte Microtecnica, infatti, i rappresentanti del Gruppo Collins (che ne è proprietario) è pronto a fare ricorso contro la Golden power imposta dal governo Meloni.
Nei mesi scorsi, infatti, l'esecutivo ha posto lo stop dell'azienda alla cessione ai francesi di Safran. Una decisione che ha suscitato non poche perplessità, tra i sindacati. Che oggi accolgono questa nuova evoluzione chiedendo garanzie.
“Comunque vada a finire, per noi la priorità è salvaguardare l'occupazione delle lavoratrici e dei lavoratori”, dicono il funzionario responsabile Microtecnica per Uilm, Aniello Montella e il funzionario Uilm Alberto Coalova, al termine dell’incontro con l’azienda che si è svolto oggi presso l’Unione Industriale di Torino.
Attualmente Microtecnica impiega 450 lavoratori a Torino, 90 a Luserna San Giovanni e altri 120 a Brugherio, nel Milanese.
L’iter del ricorso contro il golden power dovrebbe concludersi entro i prossimi sei mesi, a luglio 2024. Ma non ci sono certezze su queste tempistiche, così come non ci sono "piani B" rispetto alla trattativa avviata con i francesi. La società ha infatti confermato l’intenzione di continuare il percorso di cessione a Safran. “Nei prossimi mesi – sottolineano Montella e Coalova – sarà fondamentale monitorare l'evoluzione della vicenda, anche sulla base di quanto verrà stabilito dopo il ricorso. Microtecnica deve rimanere una realtà strategica per l'aerospazio torinese”.
"Quali sono le ragioni di questa scelta inaspettata da parte del governo italiano? Chi se ne sta occupando? Quali possono essere le conseguenze industriali e occupazionali di questa decisione del governo Meloni sul futuro degli stabilimenti italiani? - si interroga Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino -. Adesso le lavoratrici e i lavoratori sono in mezzo al guado. Microtecnica è un’azienda sana e profittevole e non è serio che il ministro della difesa Crosetto e la premier Meloni non spieghino questa scelta che può avere significative ricadute economiche sul territorio lombardo e piemontese. Per questa ragione sollecitiamo una rapida convocazione dal parte del ministero perché è necessario avere delle risposte e chiarezza su questa vicenda”.