Eventi - 22 giugno 2023, 13:02

Il Cai Uget Valpellice festeggia 100 anni e guarda al futuro fatto di accoglienza anche della disabilità

La sezione questa sera celebra l’importante compleanno al Teatro Santa Croce di Luserna San Giovanni. Il presidente Rigano ripercorre la storia e guarda ai prossimi impegni

Lo scatto in occasione dell’apertura del Cai Uget

Lo scatto in occasione dell’apertura del Cai Uget

Il Cai Uget Valpellice festeggia stasera i cento anni con una festa al Teatro Santa Croce di Luserna San Giovanni, ma a contarli tutti gli anni dell’associazionismo tra gli alpinisti in valle sono centoventidue. Il 22

giugno del 1923, infatti, è la data in cui un gruppo di appassionati di montagna si riunisce nella sede della Società operaia di Torre Pellice, per trasformare l’Unione alpinistica, nata nel 1901, in una sezione dell’Uget (Unione giovani escursionisti torinesi) di Torino.

“La storia dell’associazionismo tra alpinisti in Val Pellice è precoce: la nostra è stata la prima sezione Uget di Torino. Prese il posto dell’Unione alpinistica che oggi avrebbe compiuto centoventidue anni” racconta il presidente del Cai Uget Valpellice Roberto Rigano. L’adesione al Cai (Club alpino italiano) arriverà invece più tardi, negli anni trenta: “Eppure abbiamo voluto mantenere nel nome la sigla ‘Uget’, così come in Piemonte hanno fatto anche le sezioni di Ciriè, Venaria e Bussoleno” aggiunge.

Ci saranno anche i rappresentanti di queste altre tre sezioni alla festa che inizierà alle 21 al Teatro Santa Croce. “Ci onoreranno con la loro presenza anche il presidente nazionale del Cai, uno dei vice presidenti cioè Giacomo Benedetti, socio della nostra sezione, e il presidente regionale del Cai” annuncia Rigano.

Durante la serata, Roberto Mantovani ricostruirà la storia dell’alpinismo e verrà ripercorsa anche quella della sezione.

“La trasformazione dell’Unione alpinistica in Uget fu promossa per rivitalizzare il gruppo e portò nuove adesioni all’associazione – ricorda Rigano –. Tra i promotori ci furono Alessandro Pasquet, detto Parvus, e Nino Soardi, presidente dell’Uget di Torino”.

Bivacchi e rifugi

Proprio a Soardi è dedicato il bivacco a pochi metri dal confine francese, sotto le bastionate rocciose del Bric Boucie, che la sezione Cai Uget Valpellice a trasformato in rifugio: “Nel passato bivacco custodito per tutta l’estate dai nostri soci, dalla prossima stagione diventerà ufficialmente un vero e proprio rifugio spiega Rigano –. Possono dormire fino a dieci escursionisti e ci sono tre o quattro posti letto per i gestori”.

La proprietà di un buon numero di strutture d’accoglienza è ciò che caratterizza la sezione: “Alcune sezioni non hanno nemmeno un rifugio, noi invece abbiamo un buon numero di strutture che ci garantiscono delle entrate fisse ma che impegnano anche tutto il nostro bilancio nei lavori di adeguamento e ristrutturazione” rivela Rigano.

Il primo ad essere inaugurato fu il rifugio Granero: i lavori iniziarono nell’estate del 1926 con la preparazione del legname necessario vicino al lago Malconsei. Il materiale venne portato ai 2.377 metri s.l.m. di località Adrech del Laus l’anno successivo quando partì il cantiere. Poi toccò al rifugio Barbara Lowrie, nell’alto vallone dei Carbonieri: “La struttura venne donata alla nostra sezione nel 1931 da Walter Lowrie ed oggi porta ancora il nome di sua moglie” racconta Rigano. Infine toccò al Willy Jervis nella Conca del Pra nel 1950: “Ventisei anni dopo venne però completamente distrutto da un incendio, lo ricostruimmo nel 1979”.

L’accoglienza è il fiore all’occhiello della sezione della Val Pellice che oggi conta circa 700 soci: “In tutti questi anni ci siamo specializzati nell’accoglienza e i nostri rifugi soddisfano le esigenze di tipi diversi di turisti: ci sono infatti le strutture adatte agli alpinisti e invece quelle più facili da raggiungere con semplici trekking o, addirittura, in auto”.

Montagnaterapia

L’attività intrapresa invece più di recente, ma che inorgoglisce la sezione è la montagnaterapia: “Nasce dalla presa di coscienza dell’effetto benefico della montagna anche sulla psiche. Da una decina d’anni accompagniamo quindi gruppi di persone diversamente abili lungo i sentieri, ed è una terapia anche per noi accompagnatori” ammette Rigano. Mercoledì 19 luglio il Cai Uget Valpellice ospiterà proprio un raduno di montagnaterapia che porterà circa un centinaio di persone con disabilità alla Cascata del Pis: “La giornata coinvolgerà gruppi provenienti dal torinese ma anche dal cuneese che fanno parte del gruppo Officina Monviso. Il nostro impegno in questa attività è legato ad una convenzione con il Consorzio intercomunale dei servizi sociali di Pinerolo”.

Elisa Rollino

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