Torna il segno più dopo il calo dell’ultimo trimestre dell’anno scorso (-0,2%). Sorride il Pil del Piemonte: lo dice l'elaborazione effettuata dal Comitato Torino Finanza della Camera di commercio di Torino, che quantifica in un +0,8% la performance dei primi mesi di questo 2023. Un colpo di reni dopo un 2022 più difficile rispetto alle altre regioni, a causa dei costi energetici che avevano zavorrato lo spirito manifatturiero del territorio.
Meglio del resto del Paese
Un incremento della produzione regionale che si mostra così superiore a quello del Pil nazionale, che secondo i dati diffusi dall’ Istat ha fatto registrare un +0,5%.
Torna, dunque, il segno più e fa dimenticare la variazione negativa dell’ultimo trimestre del 2022 (-0,2%), che poteva aprire la strada a quella che gli economisti definiscono “recessione tecnica”.
L'energia "pesa" di meno
Il progresso dell’indicatore, che per via della struttura dell’economia piemontese è influenzato più che altrove dalle dinamiche della produzione manifatturiera, recupera un po’ del divario che la regione aveva accumulato nel corso del 2022, quanto in media annuale il Pil era cresciuto (+2,7%) un punto circa in meno della media nazionale (+3,9%), proprio per l’impatto sul settore manifatturiero della crisi Ucraina e dell’aumento dei costi dell’energia.
Meglio pure della Germania
In termini tendenziali, ossia rispetto allo stesso periodo del 2022, nel primo trimestre la crescita a livello regionale è del 2%, anche in questo caso valore superiore alla media nazionale (+1,7%) e ancor di più alla media Ue (1,3%). Risultato decisamente soddisfacente, tenuto conto che in Germania, nel primo trimestre, il Pil ha fatto registrare, in termini tendenziali, -0,1%.
Le prospettive
Buone notizie anche se si ragiona in termini di prospettive: se tutto rimanesse così, a fine anno l'andamento sarebbe comunque positivo per oltre un punto percentuale (+1,1%). Ma da alcuni parametri presi in analisi dallo strumento del Pilnow si possono dedurre segnali che fanno sperare in un miglioramento ulteriore.
A determinare questa buona prestazione sono state pressoché tutte le sue componenti, come i trasporti dei mezzi pesanti, l’occupazione, la costante riduzione del tasso di disoccupazione e della disoccupazione temporanea misurata dalle varie forme di Cassa integrazione.
Mancano ancora 1,3 miliardi per tornare al pre-Covid
“In un quadro internazionale ancora difficile, con l’inflazione che rialza la testa e la conseguente crescita dei tassi di interesse, i dati che abbiamo raccolto col PilNow ci permettono di essere cautamente ottimisti sull’andamento dell’economia piemontese - dice Vladimiro Rambaldi, presidente Comitato Torino Finanza della Camera di commercio di Torino -. Merito della operosità della gente e della capacità di resilienza nei confronti della crisi dei nostri imprenditori, che nonostante tutto hanno continuato a investire per innovare processi e prodotti. L’economia regionale sta risalendo la china, ma mancano ancora 1,3 miliardi per tornare ai livelli del Pil precovid e 11 miliardi per tornare ai livelli del 2008”.
"Il Piemonte cresce, con performance superiori a quelle nazionali: un buon risultato quello del Pil piemontese nel primo trimestre dell'anno che riguarda la quasi totalità delle componenti del modello econometrico del Comitato Torino Finanza. Il settore della logistica risulta sempre determinante sui risultati trimestrali, così come l'occupazione. Puntare, come la nostra regione sta già facendo, sui fondi del PNRR e sui bandi europei in tema di innovazione, digitalizzazione e trasformazione green è la strada maestra per continuare a crescere come territorio e sistema economico", commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia.