«Ci siamo ancora confrontati stamattina e in totale sintonia con il pastore di Torre Pellice abbiamo deciso di non accendere alcun falò sul territorio comunale. Siamo certi che i valori e i principi fondamentali, che il 17 febbraio ogni anno ci ricorda, saranno ugualmente sostenuti dalla nostra intera comunità». Con queste parole il sindaco di Torre Pellice Marco Cogno annuncia la decisione del suo Comune di vietare l’accensione dei falò della libertà nella notte di domenica 16.
Lo stato di massima pericolosità di incendi boschivi proclamato dalla Regione e la mancanza di precipitazioni hanno spinto anche Torre Pellice a seguire la scia di Comuni come Luserna San Giovanni e San Germano Chisone.
Sarà quindi una festa dei valdesi senza i classici fuochi nella notte, ma con gli stessi valori, come sostiene il pastore di Torre Michel Charbonnier: «Non accenderemo fuochi perché il 17 febbraio 1848 i valdesi diventano finalmente cittadini e la prima cosa che ogni cittadino deve fare è rispettare la legge e adoperarsi per la tutela del bene comune. Non lo faremo perché, a pensarci bene, un 17 febbraio senza falò... è esattamente come un 17 febbraio con i falò, non un grammo di meno».
Charbonnier sottolinea anche come il tema abbia fatto discutere molto nelle valli e che con l’Amministrazione di Torre Pellice c’è stato un dialogo costante per trovare una soluzione praticabile, ma «ci siamo resi conto che ci stavamo facendo prendere dalla “isteria da falò” e rischiavamo di perdere di vista il significato profondo della festa, per correre dietro a quel simbolo».
Lo stesso pastore conferma l’evento del 16 con partenza alle 19 dagli Appiotti e arrivo ai Coppieri, invitando a portare torce elettriche, pile e cellulari per un corteo che celebrerà come tutti gli anni l’ottenimento delle libertà civili e politiche delle persone di confessione valdese.