Economia e lavoro - 21 aprile 2025, 11:00

L’economia del Piemonte frena ancora: Pil a zero per la fine del 2024 per i cali di auto e Germania

Il dato complessivo è di +0,24%. Particolarmente positivi trasporti, turismo e occupazione

L’economia del Piemonte frena ancora: Pil a zero per la fine del 2024

L'economia frena, con la fine del 2024. Lo testimonia il Pil regionale che fissa in uno zero il quarto trimestre, portando così il dato annuale a +0,42%. In linea con la media nazionale dello 0,45% di aumento.

A mettere nero su bianco sono le stime fatte con il PILNOW dal Comitato Torino Finanza presso la Camera di commercio di Torino. Dopo un inizio promettente con il primo e secondo trimestre che hanno registrato rispettivamente un +0,5% e +0,7%, la crescita si è indebolita nel terzo trimestre e si è arrestata nel quarto (-0,005%). Tra le cause principali di questa frenata finale, la crisi del settore auto e la recessione tedesca persistente (-0,2%), che influenza negativamente l'export piemontese, calato del 9% verso la Germania.

Non mancano tuttavia settori in salute: i trasporti pesanti chiudono l'anno a +2,6%, nonostante una frenata nel IV trimestre (+0,75%). I consumi elettrici crescono più della media nazionale, suggerendo un impatto positivo del turismo. Proprio quel turismo che, nella sua componente estera, cresce dell’11% sul 2023, mentre sulla prima metà del 2024 arriva a +4,2%.

Migliora anche l'occupazione, con un +4% che fa meglio del +2 nazionale trainata da commercio e turismo (+19%) e servizi (+5%), mentre l’occupazione cala nelle costruzioni (-10% ) e nella manifattura (-3%). La Cig cresce tuttavia del 13%, portando il tasso di disoccupazione pro forma effettivo stimato dal 6,2% al 7,3%. L’aumento si concentra nel commercio e turismo (+19%) e nei servizi (+5%), La Cig annualizzata (37 milioni di ore) è aumentata del 13%.

Aumentano i parametri del credito al consumo (+5,5%) mentre diminuisce la formula del leasing (-2,4%). Diminuzione anche per i prestiti alle attività produttive (-1%) in Piemonte, ma crescono del 3% a Torino grazie ai servizi.

"Le aspettative iniziali di crescita economica del Piemonte sono andate in parte deluse – commenta Mario Cavarero, Vicepresidente del Comitato Torino Finanza - indubbiamente pesano il perdurare delle turbolenze internazionali, la crisi tedesca e i problemi del settore automotive. Bisognerà, poi, vedere quale impatto avranno le preannunciate politiche protezionistiche sul nostro export. Ma le ultime dichiarazioni dei vertici di Stellantis rappresentano per la nostra regione un’inversione di tendenza che apre migliori prospettive. Comunque, la competitività economica e industriale del Piemonte rimane forte, recenti indagini ci dicono che siamo una delle regioni leader in Europa per l’attrazione di investimenti esteri".

"Continua la stasi del quarto trimestre in Piemonte, con una crescita complessiva dello 0,42%, in linea con la media nazionale, ma inferiore alle aspettative iniziali. Diversi fattori hanno inciso su questa performance. In particolare, la crisi del settore automobilistico e la recessione tedesca hanno avuto un impatto negativo sul nostro export. Tuttavia, non mancano segnali positivi. Il turismo estero è in crescita, così come l'occupazione, trainata dai settori del commercio, del turismo e dei servizi. Siamo consapevoli delle sfide che ci attendono, ma siamo anche fiduciosi nelle potenzialità del nostro territorio e nella capacità dei piemontesi di superare le difficoltà. Le Camere di commercio continueranno a lavorare con impegno per sostenere le imprese, promuovere l'innovazione e creare nuove opportunità di lavoro", commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte.