Avevano già chiesto un confronto subito dopo la cessione storica del servizio idrico a Smat da parte di Acea Pinerolese Industriale. Nei giorni scorsi i sindacati Cgil, Cisl e Uil sono tornati alla carica con una lettera indirizzata ai sindaci dei Comuni del Pinerolese, chiedendo loro di riattivare i Patti territoriali o comunque trovare uno strumento di confronto, anche con i tecnici, per rilanciare lo sviluppo nel territorio e rispondere ai bisogni sociali.
A preoccupare è lo scenario occupazionale, che ha ricadute sociali, e lo strumento dei Patti territoriali, nato anni fa, per mettere attorno a un tavolo competenze diverse per elaborare strategie di sviluppo è una delle strade indicate dai sindacati ma non è vincolante. La storia del Pinerolese, però, è fatta di tavoli e luoghi di confronto, che non portano a risultati in grado di dare una spinta all’economia. Non c’è il rischio che finisca anche così stavolta? “Da anni proviamo a dar vita a spazi di confronto per una visione futuribile del territorio. Questa richiesta vuole essere l’ennesimo pungolo agli amministratori di svolgere un ruolo di regia per l’elaborazione di una vera e propria politica di sviluppo territoriale – argomentano Andrea Ferrato (Cgil), Vittorio Di Vito (Cisl) e Francesco Lo Grasso (Uil) –. Siamo di fronte ad un importante e delicato processo di cambiamento storico, la crisi internazionale ci deve far comprendere che non è più il tempo delle parole ma dei fatti, partendo da quelli necessari a sostenere il territorio e le lavoratrici e i lavoratori che saranno i primi a subirne l’impatto”. Ai loro occhi la situazione eccezionale impone un confronto a 360° per arrivare a risultati: “Pensiamo sia utile che la politica definisca le linee e gli indirizzi ma che a questo si affianchi un confronto tra tecnici, avvalendosi anche di capacità esterne, per trasformare gli indirizzi in azioni”. In questo discorso deve rientrare anche il futuro di Acea Pinerolese Industriale: “Come abbiamo avuto modo di precisare nel nostro precedente comunicato riteniamo, qualora accadesse, controproducente e sbagliato da parte della politica disimpegnarsi dalla propria azienda – entrano nel merito –. Da anni sosteniamo che investire in Acea, ed in particolare in Asst, possa essere un importante strumento di sviluppo per il territorio, un investimento che, tra l’altro, garantirebbe di recuperare e creare occupazione sana e dignitosa, oltre a servizi di cui la comunità, imprese comprese, necessita. Solo grazie ad investimenti lungimiranti che guardano al futuro si possono creare le condizioni affinché le aziende possano decidere di investire nel nostro territorio creando opportunità lavorative”. Ma la discussione non deve limitarsi a questo tema per dare risposte veloci, “perché l’impressione è che il tempo a disposizione stia per scadere”.
A parte un paio di disponibilità, arrivate dal Centro per l’Impiego e dal Comune di Pragelato, le risposte tardano ad arrivare. Anche se la disponibilità non manca: “Dobbiamo ancora parlarne tra sindaci dell’Unione, ma è un discorso da fare” è la linea che accomuna sia Danilo Breusa, presidente dell’Unione montana dei Comuni delle Valli Chisone e Germanasca, sia Mauro Vignola, presidente di quella del Pinerolese, che raggruppa la Val Pellice e altri territori.
Aperto al confronto anche Pinerolo, con il sindaco Luca Salvai che alza la posta: “Noi come Comune abbiamo dato la gestione calore ad Acea, così come, di fatto, sostenendo il progetto ‘Accendi una luce per chi non può’, abbiamo aiutato le fasce in difficoltà. E altri Comuni fanno le loro azioni – commenta –. Mi aspetto che al tavolo i sindacati portino proposte nuove per sviluppare nuove iniziative”.
L’impressione però è che la ferita delle discussioni legate all’acqua impediscano ancora un clima di confronto e collaborazione tra enti, che è quello chiesto dai sindacati.