Mi chiamo Filippo Nardoni, ho 33 anni e vivo a Firenze. Di professione sono responsabile commerciale in un’azienda di ferramenta, ma le mie vere passioni sono la montagna, lo sport e le avventure. Mi piace mettermi alla prova e scoprire nuovi luoghi. Amo il viaggio non solo in senso stretto, ma anche come occasione di crescita personale.
Dove ci porti?
Oggi vi parlo del mio viaggio in Bolivia nell’agosto del 2022. È stato un percorso straordinario, dove ho combinato due delle mie più grandi passioni: l’avventura e l’alpinismo. La Bolivia è un paese che mi ha stupito, con paesaggi che sembrano dipinti e una cultura che ti entra nel cuore; è stato un viaggio intenso che mi ha regalato tante emozioni!
Come si è sviluppato il tuo itinerario?
Tutto è iniziato a La Paz, la capitale, una città abbracciata dalle montagne a quasi 4.000 metri d’altitudine. Lì ho vissuto il primo impatto con la cultura boliviana, fatta di mercati colorati, persone gentili e un ritmo di vita che ti obbliga a rallentare e ad osservare. Poi ci siamo diretti verso nord fino al Titicaca, un grande lago che si trova a 3.800 metri sul livello del mare, e lì abbiamo visitato l’Isla del Sol, molto importante per la “Cultura Inca”. Il tramonto sull’isola, con il cielo che si rifletteva sul lago, è stato uno spettacolo che mi ha lasciato senza parole. Dopo questa tappa ci siamo spinti verso sud, fino alle miniere di Potosí, un luogo emblematico e allo stesso tempo tragico. Si tratta di cave d’argento, che un tempo coprivano l’80% dell’estrazione mondiale, oggi sono quasi dismesse ma raccontano una storia di sacrifici e speranze.
E il popolo?
Il popolo boliviano è di una gentilezza disarmante. Sono persone semplici, serene, che vivono a un ritmo molto diverso dal nostro. Noi europei siamo sempre di corsa, sempre impegnati a produrre e a rincorrere qualcosa, mentre loro sembrano aver trovato un equilibrio più autentico. Mi ricordo i bambini che giocavano con qualsiasi cosa avessero a disposizione, senza mai perdere il sorriso. Vederli così spensierati è stato un insegnamento di vita; mi hanno fatto capire che la felicità non dipende da ciò che possediamo, ma da come scegliamo di vivere ogni giorno.
Come continua l’avventura?
Proseguendo verso il confine con il Cile e l’Argentina, abbiamo raggiunto il Salar de Uyuni, il deserto di sale più grande del mondo. Camminare su quella distesa bianca, infinita, mi ha fatto sentire piccolo, ma incredibilmente vivo. Abbiamo visitato anche le lagune colorate della regione, dalle sfumature incredibili, dove il cielo sembrava mescolarsi con l’acqua. Ogni giorno era una sorpresa, un’emozione nuova! Infine, siamo tornati a La Paz per affrontare la parte alpinistica del viaggio. Ci siamo acclimatati per tre giorni nella zona del Condoriri, scalando tre vette da 5.000 metri. Poi è arrivato il momento della grande sfida: l’Huayna Potosí, il mio primo 6.000, che ha rappresentato la ciliegina sulla torta di questa esperienza.
C’è stato un imprevisto durante il viaggio?
Sì, nella zona del Salar de Uyuni abbiamo forato due volte. Stavamo percorrendo strade sterrate, con i minuti contati per vedere il tramonto sull’Isla Incahuasi, una piccola isola ricoperta di cactus al centro del salar. Rischiavamo di non arrivare in tempo, ma la solidarietà dei boliviani ci ha salvato: una jeep si è fermata e ci ha prestato una ruota compatibile. Sono esperienze che ti restano nel cuore.
Come hai affrontato le difficoltà legate all’altitudine?
L’altitudine è stata una sfida inevitabile in Bolivia. Quasi tutto il Paese si trova oltre i 3.000 metri sul livello del mare, quindi il tuo corpo ha bisogno di adattarsi. I primi due giorni mi sono sentito debole, quasi senza forze, ma bevendo molta acqua e rallentando i ritmi mi sono ripreso velocemente.
Raccontaci la scalata?
L’Huayna Potosí, con i suoi 6.088 metri, è stata la mia prima vetta di questa altitudine. Non è una montagna tecnicamente difficile, ma richiede resistenza e determinazione. Siamo partiti in gruppo nel cuore della notte, camminando con la sola luce della lampada frontale per vedere l’alba da lassù. E’ stata un’esperienza che non dimenticherò mai, difficile da descrivere a parole. Mi sono trovato in un luogo, dove il cielo sembrava più vicino e i colori erano più intensi; è stato un momento di pura connessione con la natura e con me stesso. Ho provato timore, eccitazione, e una gioia immensa nel raggiungere la vetta. Ogni passo mi ha insegnato qualcosa, ed è come se in quel momento tutto avesse avuto senso. Scalare un 6.000, però, richiede preparazione. Mi ero allenato molto sulle “Nostre Alpi” prima di partire, sia fisicamente che mentalmente, perché volevo affrontare la sfida al meglio.
Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Una profonda gratitudine. La Bolivia mi ha insegnato a rallentare, ad apprezzare la bellezza del momento presente e a riscoprire la felicità nelle cose semplici. Ogni giorno è stato un susseguirsi di emozioni: tramonti spettacolari, incontri speciali, e paesaggi che sembravano appartenere ad un mondo perduto. Sono tornato con una consapevolezza nuova, arricchito dentro. Viaggiare ti cambia, ti apre la mente, ma ti fa anche capire quanto sia importante avere delle radici.
Qual è il tuo “viaggio” nel cassetto?
Il mio sogno ora è scalare un 7.000. Mi piacerebbe andare in Nepal o in Pakistan, dove ci sono montagne incredibili. È un passaggio naturale nella mia crescita nel mondo della montagna, ma è anche una sfida personale. Non si tratta solo di raggiungere una vetta, ma di scoprire cosa sono capace di realizzare.
Un consiglio sulla Bolivia?
Partite, senza pensarci troppo. Se volete scalare preparatevi, l’altitudine può essere impegnativa, quindi allenatevi fisicamente e mentalmente. Portate attrezzatura adeguata e non sottovalutate l’importanza di un buon equipaggiamento. In ogni caso, vivete ogni momento con intensità, la Bolivia è un paese che lascia il segno. Che siate appassionati di alpinismo o semplicemente di natura, troverete qualcosa che vi cambierà. Io consiglio di viaggiare in gruppo: condividere queste emozioni con qualcuno le renderà ancora più speciali.
IN & OUT BOLIVIA
Porta con te
- La Voglia di Avventura
- Il Sacco Termico (-10 °C)
- Il Diamox (farmaco per alta quota)
Lascia a casa
- La Frenesia
- Il Cellulare
- I Pantaloni Corti
Valutazione : 4 zaini
Legenda
1 zaino (meglio andarci in vacanza )
2 zaini (merita un viaggio ma..)
3 zaini (vale il viaggio )
4 zaini (viaggio da non perdere )
5 zaini (vale più di un viaggio)