Attualità - 21 dicembre 2024, 12:45

Dai fasti alla caduta e il rilancio: una mostra fotografica dei 100 anni di Streglio [FOTO]

Un gruppo di ex lavoratori dello stabilimento nonese ha raccontato la storia di un’azienda simbolo del territorio

Un dettaglio della mostra (foto di Claudio Bonifazio)

Un dettaglio della mostra (foto di Claudio Bonifazio)

Dal primo stabilimento di Torino, alla caduta dopo il crack Parmalat, sino al rilancio dell’ultimo periodo. Una storia lunga 100, di cui 50 passati a None, dove un gruppo di ex lavoratori ha allestito una mostra per raccontare l’importanza della Streglio. ‘100 anni di Streglio’ è stata allestita nella Chiesa di San Rocco di None ed è stata aperta ai visitatori in occasione di ‘Natale al cioccolato’, dal 29 novembre al 1° dicembre.

L’idea

Tutto è nato da un’idea di Marino Pasquale, che ha lavorato nella fabbrica dal 1972 al 2007. “In questi 35 anni sono cresciuto. È sempre stata un’azienda che ha aiutato a crescere i suoi dipendenti, a specializzarsi in più cose. Siamo cresciuti insieme in un ambiente sano, dove c’era tanto amore, c’era simpatia e non ci sentivamo sfruttati. Stefano Pernigotti trattava i dipendenti con stima e rispetto. Negli anni io ho fatto una raccolta fotografica e, quando sono andato in pensione, ho iniziato a pensare di allestire una mostra. La cosa più bella è che quando io fermavo gli ex colleghi per il paese e raccontavo loro dell’idea, tutti erano d’accordo nell’aiutarmi e nessuno mi ha mai chiesto ‘Perché? Chi te lo fa fare?’. Il motivo per cui lo facevo era implicito per tutti. Quando ho proposto la mia idea all’Amministrazione ho subito avuto l’appoggio della sindaca Loredana Brussino e dell’assessora Laura Ferrari”.

La mostra ha raccolto circa 150 foto, della collezione di Pasquale, che partono dal primo stabilimento con Pietro Arturo Streglio in corso Lecce 20 a Torino e man mano raccolgono le successive sedi. Durante la Seconda guerra mondiale, l’azienda si è spostata in via Caprie e, dopo l’acquisizione da parte del gruppo Pernigotti nel 1973, è stato inaugurato lo stabilimento di None.

Attraverso foto di lavoratori e macchine è stato presentato tutto il ciclo produttivo, ma si è riusciti a recuperare anche documenti, oggetti per la lavorazione e indumenti degli operai. “Una volta che ci è stato assegnato il posto per allestire la mostra i miei colleghi Angelo Pibiri, Giuseppe Mantegna e Tina Moliterno han preso in mano l’organizzazione e hanno sentito come loro la mia idea. Hanno portato dei materiali e hanno aiutato negli allestimenti. Per cui ribadisco che l’esposizione non è stata di Marino Pasquale, ma degli ex lavoratori Streglio. Questa mostra nasce dal cuore”.

Il sentimento di riconoscenza e di affetto nei confronti dell’azienda accomuna chi ha lavorato alla Streglio ed è il fattore principale che ha spinto a offrire il proprio contributo per la mostra, senza esitazioni.

Le testimonianze

Tina Moliterno ha lavorato in Streglio dal 1987 al 2017: “Sono entrata come stagionale e poi sono stata assunta. Mi sono innamorata del mio lavoro, man mano sono stata inserita a fare i gianduiotti, le uova colorate, che era la mia passione, il mio dono, infatti avrei dovuto fare il liceo artistico. Visto che decoravo le uova abbiamo iniziato a fare diverse fiere, e avevo delle foto di quegli eventi. Avevo conservato i camici, che non sono mai riuscita ad abbandonare. Marino mi ha chiesto se avevo del materiale e se desideravo dare una mano per l’allestimento. Ho subito accettato”.

Ma dalle parole degli ex dipendenti forte è anche la percezione di aver avuto l’opportunità di crescere.

Angelo Pibiri è entrato in Streglio nel 1974 e ci ha lavorato per 36 anni. “L’azienda l’ho sempre considerata la mia seconda famiglia. Era ‘anomala’, ma nel senso buono del termine. Ha dato possibilità a chi voleva fare dei passi avanti sul lavoro. È stata occasione di crescita per tante persone lì, e io sono uno di questi. Sono entrato in Streglio quando era ancora a Torino, dopo che l’aveva acquistata la famiglia Pernigotti. Sono stato assunto per dare una mano a montare le linee di produzione, in attesa che poi l’azienda si trasferisse da Torino a None. Nel frattempo ho fatto la scuola serale per il diploma al Buniva di Pinerolo e da quel momento l’azienda mi ha affidato la programmazione della produzione. Per me è stata una grande esperienza. L’unico rammarico è la situazione che abbiamo vissuto negli ultimi anni: probabilmente le nuove proprietà non erano più motivate. Al di là di questo, per me è stata un’esperienza bella e formativa come persona”.

Il rammarico a cui fa riferimento Pibiri risale al periodo successivo alla cessione di Stefano Pernigotti alla nipote Lorella Comi, che ha poi venduto a Parmalat. Dopo il crack finanziario della Parmalat, nel 2005, la Streglio è stata ulteriormente ceduta alla famiglia Borsci, in seguito all’imprenditore Livio Costamagna e infine nel 2012 a Franco Ghirardini, che si è trovato di fronte a un forte indebitamento aziendale. Dopo il fallimento, la fabbrica Domori ha comprato il capannone e il terreno, ma non era interessata al marchio, che invece è stato acquisito nel 2021 da Giuseppe Bernocco, presidente della Galup, che sta costruendo una nuova sede Streglio ad Alba.

“La Streglio è a None da 50 anni e per noi None è la terra del cioccolato. Portandola da altre parti, non sarà più la stessa”, commenta dispiaciuto Pasquale.

A questo proposito, Giuseppe Mantegna, che è stato dipendente dell’azienda dal 1974 per 40 anni, racconta la sua esperienza: “Io sono stato assunto in via Caprie a Torino, poi mi hanno mandato al magazzino di Borgaretto per un anno e in seguito a None. La Streglio, se volevi, ti dava la possibilità di crescere. Io stesso ho svolto diverse mansioni. Posso dire che mi ha dato tutto, al di là dell’ultimo periodo. Lo sbaglio l’hanno fatto dalla Parmalat in poi: man mano che si andava avanti si andava sempre più giù e negli ultimi anni ci siamo trovati male. Al di là di questo, quando Marino mi ha contattato e mi ha chiesto se avevo voglia di aiutarlo, mi sono detto ‘perché no?’. Quando sentiamo la parola ‘Streglio’, anche ora che non è più a None, almeno da parte mia, se si può aiutare si aiuta. Siamo molto contenti della riuscita della mostra. È venuta molta gente.”

‘100 anni di Streglio’ ha anche visto la visita di Roberto Delladonna, tecnico specializzato del cioccolato ed ex dirigente dell’azienda: “Abbiamo voluto che tagliasse il nastro, e per noi è stato un simbolo. Lui era emozionato. La mostra è stata un successo e la gente che è venuta era curiosa e chiedeva della storia dell’azienda” conclude Pasquale.

Sabina Comba

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