“Su un tema come la salute mentale mi sarei aspettata maggiore convergenza e unità d’intenti” – dichiara la consigliera regionale del PD Monica Canalis, prima firmataria dell’Ordine del giorno collegato alla variazione di bilancio, che è stato respinto la scorsa settimana dalla maggioranza che guida la Regione.
“Si tratta infatti di un tema non divisivo, le cui criticità sono innegabili ed evidenti. Tutte le forze politiche hanno partecipato e applaudito alla presentazione, nello scorso mese di maggio in occasione delle elezioni regionali, dell’Appello per la salute mentale, un documento molto forte, nei contenuti e nel metodo, essendo promosso da ben 44 associazioni ed enti promotori, oltre all’adesione di ulteriori 19 associazioni di promozione sociale, centri servizi per il volontariato e sindacati".
Nell’Appello si chiede di aumentare le risorse destinate alla salute mentale: dall’attuale 2,7% del Fondo Sanitario Regionale ad almeno 4% nel 2025 e almeno 5% nel 2026; aumentare il personale dedicato alla salute mentale: dai 39 professionisti ogni 100.000 ab. a 60 professionisti (media nazionale); modificare l’organizzazione dell’assistenza ambulatoriale e domiciliare; apertura Centri Salute Mentale (CSM) per almeno 12 ore al giorno per 6 giorni alla settimana; formazione del personale orientata alla recovery e alla de-prescrizione; coinvolgimento dei pazienti e dei familiari nei piani di cura; garantire la piena attuazione in tutte le ASL del budget di salute, attraverso assistenza territoriale, inserimenti lavorativi, soluzioni abitative, ecc. Potenziare i servizi di Neuro Psichiatria Infantile (NPIA) per l’infanzia, l’adolescenza e i giovani; attenzione al delicato passaggio all’età adulta (prevedere un budget di transizione da NPIA a DSM con due equipe per almeno due anni e percorsi di ripresa e inserimento sociale); attivare la Consulta Regionale per la Salute Mentale, come strumento di partecipazione.
"Nonostante gli applausi di maggio, la maggioranza di centrodestra non ha recepito nessuno di questi punti, neppure quello sulla costituzione di una Consulta regionale, che non implica grandi oneri finanziari. Mi sembra molto grave, considerando l’aumento dei disturbi mentali, la carenza dell'assistenza territoriale e l’abbandono in cui versano molte famiglie. Investire nella salute mentale è un segno di civiltà e la classe politica piemontese dovrebbe prestare attenzione alla mobilitazione della società civile. Ancora il 9 ottobre scorso gli enti proponenti avevano chiesto di dare seguito all’appello con una serie di azioni concrete, eppure non si vedono ancora segnali di attenzione dalla Giunta Cirio. Torneremo alla carica nel bilancio di previsione 2025".