Attualità - 19 novembre 2024, 14:10

Torre Pellice punta a far diventare il suo cimitero ‘monumentale’

All’indomani di alcuni interventi di sistemazione dell’area di via Bertenga, l’Amministrazione comunale annuncia che sta lavorando ad un progetto per la sua valorizzazione

La tomba della poetessa Amalie Meldahl

Torre Pellice intraprende l’iter per ottenere il riconoscimento di ‘monumentale’ per il suo cimitero. All’indomani dei lavori sistemazione dell’area di via Bertenga, svolti alla vigilia della festa del 2 novembre, l’Amministrazione comunale annuncia l’intenzione di valorizzare la struttura e soprattutto le tombe storiche contenute. “Abbiamo iniziato con piccoli interventi che potessero dare un segnale alla cittadinanza: non trascureremo il cimitero” sottolinea Paolo Giordano, assessore con delega ai servizi cimiteriali. In occasione della commemorazione dei defunti del 2 novembre, assieme all’operaio della cooperativa a cui è affidata la manutenzione, è stata resa più decorosa la zona: “Abbiamo liberato dai cassonetti lo spazio a sinistra dell’entrata dove è stata aggiunta una panchina. La sistemazione di alcune fioriere ha reso più simmetriche le parti della facciata a sinistra e a destra dell’ingresso, mentre i cassonetti sono stati sistemati in una zona un po’ meno in vista” spiega Giordano. Per l’occasione la sindaca Maurizia Allisio annuncia la volontà di perseguire il riconoscimento di ‘monumentale’ al fine anche di intercettare fondi che permettano di realizzare interventi più consistenti: “Sia per le figure storiche sepolte, sia per la presenza di opere d’arte dal punto di vista architettonico, il nostro cimitero ha caratteristiche tali da poter aspirare a tale riconoscimento che potrebbe servire anche ad intercettare contributi per la valorizzazione”.

L’iter è stato affidato a Matteo Del Pero, architetto e consigliere di maggioranza: “Certo non siamo al livello del cimitero cattolico di Torino ma da noi c’è una concentrazione fuori dal comune di monumenti funebri e sepolture di uomini e donne che hanno ricoperto cariche importanti a livello europeo” precisa. Inaugurato nel 1882 con l’unione del cimitero valdese che si trovava in piazza Muston e di quello cattolico situato invece al complesso Mauriziano, il cimitero di via Bertenga ospita tombe ancora più antiche e custodisce spoglie, lapidi e monumenti, in ricordo di funzionari e artisti di fama europea: “Solo per fare qualche esempio, c’è il monumento funebre di Federico Luigi Waldburg-Truchsess, ambasciatore prussiano alla corte sabauda, quello di Charles Beckwith (generale britannico ed evangelizzatore, ndr), del conte russo Alexander Alopaeus, della pittrice danese Amelie Meldahl e venendo a tempi più recenti, ci sono le tombe di Filippo Scroppo (pittore ed intellettuale a cui è intitolata la civica Galleria d’arte contemporanea, ndr), del pittore Paolo Paschetto e di sua moglie Italia Angelucci, anche lei artista. E poi le sepolture di letterati, pastori valdesi e partigiani” prosegue Del Pero. In tutto sono ventisei i monumenti funebri iscritti nel Catalogo generale dei beni culturali: “Le istituzioni valdesi hanno già fatto un gran lavoro di ricerca storica a proposito, e noi vogliamo coinvolgere loro come altri enti per giungere ad uno studio ed una catalogazione completa delle tombe di importanza artistica e architettonica e di quelle rilevanti per la notorietà delle persone sepolte. Spesso in passato infatti i due aspetti coincidevano ma in tempi più recenti tale legame non è più scontato”, conclude l’architetto. Una volta realizzato, lo studio verrà divulgato.

Elisa Rollino