La beffa, la scorsa notte, ha riguardato gli striscioni che erano stati appesi all'esterno dello stabilimento di Pianezza: nel giro di poche ore dall'affissione sono stati ritrovati a terra, strappati. Ignota la mano che ha compiuto il gesto, ma di certo non aiuta a migliorare il clima attorno alla Skf in queste settimane.
Accorpare due stabilimenti ad Airasca
Da tempo, infatti, i lavoratori chiedono garanzie e certezze in vista del trasferimento che ormai sembra soltanto ai dettagli, nei piani aziendali: così come sta accadendo in altri Paesi, anche nel Torinese la multinazionale svedese sta accorpando le proprie presenze. E così, i lavoratori degli stabilimenti di Villar Perosa e di Pianezza sono destinati a spostarsi nel quartier generale di Airasca. Ad accoglierli, un nuovo capannone costruito apposta.
"Si tratta di una strategia applicata dal Gruppo a livello internazionale - spiega Pino Lo Gioco, esponente della Fiom Cgil -. Vogliono concentrare tutto su Airasca, trasformandolo nel polo centrale in cui produrre cuscinetti a sfera. Quelli che vanno a chiudere sono due siti piuttosto simili tra loro. Sono coinvolte circa 400-450 persone".
Spostamenti e difficoltà
Uno spostamento che rischia di comportare difficoltà sia dal punto di vista logistico che da quello dell'organizzazione. "Per chi si sposta da Villar Perosa ad Airasca, la distanza è importante, ma relativamente più facile da coprire. Ben più difficile è cambiare luogo di lavoro per chi adesso opera a Pianezza. Molti vivono intorno a quello stabilimento".
E così sono state chieste garanzie all'azienda. A cominciare da un servizio bus che possa portare gli operati da Pianezza ad Airasca. C'è poi il tema della mensa: a Pianezza non c'era ed era sostituita dai buoni pasto, mentre ad Airasca c'è. "Dovremo armonizzare le cose", dice Lo Gioco. Che però accende un riflettore anche su un altro aspetto: "Chiedono un contributo mensile per il pullman, ma non sono i lavoratori che hanno chiesto di essere spostati. Speriamo si possa ridurre l'incidenza economica mensile per ciascuno di loro. E poi ci chiediamo dove saranno sistemati i capolinea del servizio: da parte dell'azienda ci è stata garantita massima disponibilità a discutere, ma ormai il tempo passa e si avvicina il momento in cui inizieranno gli spostamenti".
Si comincia a gennaio, si finisce a giugno
La data da segnare sul calendario è quella di gennaio 2025: "In quel momento inizieranno i primi spostamenti, per terminare a giugno del prossimo anno. Ma dopo due anni che se ne parla, i lavoratori ancora non hanno certezze. E' il momento di tirare le fila", conclude Lo Gioco.
E se da un lato è stato garantito che nessun lavoratore sarà lasciato a casa, qualche timore gli operai lo stanno conservando. "Buttano sempre la palla in tribuna, non abbiamo nessuna certezza - dice Rino Di Domenico, rsu rls Fiom Cgil per lo stabilimento Skf di Pianezza - nemmeno occupazionale. Due linee del nuovo stabilimento saranno infatti completamente automatiche e assorbiranno il 65% della produzione, con 8 persone per linea. Non vorremmo che questa fosse l'anticamera alla dichiarazione di qualche esubero".
"Ci tengono sul filo, la gente è preoccupata"
Più in generale, dice Di Domenico, "Ci tengono sul filo. Si dicono disponibili a risolvere il problema, ma rimandano sempre il problema. Dopo tutto questo tempo c'è un forte disagio per le persone e molta preoccupazione. In queste settimane, poi, senza consultarci hanno spostato alcuni colleghi a Villar Perosa: dicono che è una situazione momentanea, ma non è stata una bella sorpresa".
E poi ci sono gli ultimi eventi di cronaca, che non hanno contribuito a rasserenare il clima. "Avevamo chiesto di anticipare l'incontro fissato per il 12 novembre - dice Di Domenico -: lo hanno fatto. Di un'ora! E poi sono stati strappati da ignoti gli striscioni che avevamo appeso all'esterno dello stabilimento. Alle 22.30 c'erano ancora, mentre all'1.30 uno era già stato strappato".