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Salute | 19 ottobre 2024, 16:04

Da Caivano all'antimafia, la Regione schiera 4 "top player" per garantire la legalità di Parco della salute e gli altri 10 ospedali

Una squadra di esperti sarà chiamata a vigilare sulle procedure e sull'uso di oltre 4,5 miliardi di euro: il commissario Dispenza, l'ex pm Rinaudo e i generali Mainolfi e Frasca

La Regione schiera 4 "top player" per garantire legalità al Parco della salute

La Regione schiera 4 "top player" per garantire legalità al Parco della salute

Si aggiorna il Piano di edilizia sanitaria della Regione Piemonte, che prevede - tra le altre cose - la realizzazione di 11 nuovi ospedali. Ma nasce anche una squadra chiamata a vigilare (a titolo volontario) sulle procedure e le operazioni, garantendone la legalità. 

Sono quattro ("i moschettieri della legalità", li definisce Federico Riboldi, assessore regionale alla Sanità): il prefetto Filippo Dispenza, già commissario governativo di Caivano, il generale dei carabinieri Franco Frasca, il generale di corpo d'armata della Gdf Giovanni Mainolfi e Antonio Rinaudo, ex pm antimafia di Torino e già coinvolto nel periodo di emergenza del Covid. 

Il Piano di edilizia sanitaria

La loro opera sarà incardinata lungo il cammino del nuovo Piano di edilizia sanitaria. Oltre agli 11 nuovi ospedali, sono previsti infatti 4 ampliamenti, 49 centrali operative territoriali, 30 ospedali di Comunità e 91 case di Comunità. "Solo a Torino - sottolinea il governatore Alberto Cirio - sono 70 anni che non si progetta un ospedale nuovo e questo dice molto sull'anzianità di servizio delle strutture che devono garantire il diritto alla salute dei cittadini piemontesi". 

Oltre 4 miliardi e mezzo di stanziamenti

Una grande quantità dei fondi arriva dall'Inail (2 miliardi), un miliardo arriva da Fondi statali, poi Pnrr, fondi privati, fondi regionali e fondi Ue. Una minima parte è ottenuta da fondi delle aziende sanitarie regionali. 

"Abbiamo stanziato oltre 4,5 miliardi di euro per 11 strutture, tutte località già individuate e finanziate. Anche vicino a noi, a breve, ci sarà la posa della prima pietra della Città della salute. Le risorse sono aumentate, visto che l'Inail ha aumentato di 400 milioni".

I nuovi ospedali

Tra le opere in cantiere, grande attenzione per il futuro Parco della Salute: 1040 posti letto, 140mila metri quadri e 611 milioni di costo. Attualmente sono in atto le opere di bonifica. I lavori partiranno nel 2025.

Si procede anche per il nuovo ospedale di Cambiano: sorgerà sul territorio della Asl To5, avrà 496 posti letto su 60mila metri quadri e 302 milioni di spesa. "È realizzato quasi totalmente con fondi Inail", dice Riboldi.

Sempre Torino, ma zona Nord Ovest, per il nuovo ospedale della Pellerina. 511 posti letto, 76,5 mila metri quadri e 348 milioni di fondi.

Territorio della Asl To4 invece per l'ospedale di Ivrea: 276 posti su 45mila metri quadri e 215 milioni di euro. "Stiamo ragionando su cosa fare del vecchio ospedale, insieme al sindaco di Ivrea", dice Riboldi. "Non vogliamo abbandonare al degrado nessuna struttura del passato".

Asl Cuneo per l'ospedale di Savigliano: 382 posti letto, 55mila metri quadri e 250 milioni. Fatto soprattutto con fondi Inail, si sta procedendo all'esproprio o cessione volontaria dei territori.

Per l'azienda ospedaliera Santa croce, a Cuneo, si parla di un nuovo ospedale da 410 milioni di euro per 805 posti letto e 138mila euro. L'affidamento è previsto per il primo trimestre del 2025. "Siamo molto felici, in una situazione di empasse, di aver chiesto i fondi pubblici al Ministero per non dover rinunciare a nessuno degli 11 ospedali", dice Riboldi.

Lavori in vista anche per la Città della salute di Novara, che ha avuto non pochi problemi in passato. "Sono fiducioso perché sono un inguaribile ottimista. Nel caso andasse deserta la gara di assegnazione, potremmo modificare il bando senza la presentazione della progettazione. Magari ricorrendo a una figura terza".

Secondo lotto per l'ospedale di Vercelli, mentre il primo sarà legato alla ristrutturazione dell'esistente. 291 posti letto, 46mila metri quadri e 155 milioni di euro di spesa. I terreni sono della ASL di Vercelli.

In provincia di Alessandria si trova un progetto da 628 posti letto, su 97,5mila metri quadri e un costo di 410 milioni di euro. "Qui abbiamo l'unico punto interrogativo: lo metteremo in campo se Agenas lo reputerà più conveniente rispetto al partenariato pubblico privato", sottolinea Riboldi.

Due ospedali anche nel Vco: a Verbania 100 milioni per 150 posti letto in 30mila metri quadri, stessi numeri anche per Domodossola.

Tra le ristrutturazioni, spicca quello degli ospedali di Alba e Bra, con 40 posti letto in due case di Comunità. "È il metodo che vogliamo utilizzare per dare nuova vocazione e utilizzo alle strutture che non devono essere abbandonate" garantisce l'assessore. 

Situazioni simili anche per Borgomanero e la già citata Vercelli, con il primo lotto.

Le case di Comunità saranno 91, per un costo complessivo di 140 milioni, di cui 122 da fondi Pnrr. Avviati i lavori nel 45% dei casi, mentre il 72% ha progettazione definitiva e l'88% vede contratti firmati. Nella città metropolitana di Torino saranno 29, mentre 18 saranno a Torino

Saranno invece 30 gli ospedali di Comunità, per 76 milioni (66 da Pnrr): saranno 8 nel Torinese e 6 in città. Mentre le Centrali operative territoriali saranno 43, di cui 9 a Torino e 14 in provincia. Saranno i luoghi che coordineranno i servizi sociali e le professionalità sanitarie, separando così cronicità e urgenza.

Garanzie per i soldi pubblici 

"Ora ci sono anche garanzie assolute della legalità e della trasparenza di ogni passaggio, perché quando si usano i soldi pubblici è doveroso farlo", conclude Cirio.

E Riboldi ribadisce: "Volevamo un ulteriore strumento per rendere la giustizia un criterio di base all'interno di questo palazzo. Chiunque vorrà avvicinarsi alla seconda opera per importanza dopo la Tav, dovrà farlo con intenzioni positive. Altrimenti si scontrerà con persone di grande capacità e contrasto, che si sono offerti per servire la collettività".

Riconoscere l'odore di eventuali pericoli

"Abbiamo costituito questo gruppo - spiega Rinaudo - perché quando si scopre una criticità patologica in un appalto vuol dire che siamo già in ritardo. Noi non siamo vincolati a procedure operative e questo è fondamentale rispetto agli organi istituzionali già preposti: operiamo su protocolli investigativi, ma con l'aggiunta di ciascuno di noi in questi ambiti. Valuteremo gli odori di eventuali segnali di pericolo. Ma non è sfiducia nei confronti dei funzionari, anzi vogliamo essere al loro fianco per concretizzare eventuali sospetti".

"Cercheremo di dare il nostro contributo per prevenire azioni di malintenzionati - aggiunge Dispenza - Abbiamo sempre perseguito il bene comune, nelle nostre attività.  La salute, cosi come la sicurezza, è un bene primario per i nostri cittadini".

E il generale Frasca, a Torino dall'82 all'87 dove scoprì la presenza del clan dei catanesi, sottolinea: "Ringrazio per la possibilità di continuare a servire lo Stato. Ne sono entusiasta, anche se conosco bene le difficoltà e posso lavorare con esperti che sono anche amici. Questo ci aiuterà a superare tutti gli eventuali ostacoli che incontreremo".

Massimiliano Sciullo

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