/ Torino

| 11 settembre 2024, 17:10

Mirafiori, la beffa della mail agli operai: "Comprate le nostre Maserati". Ma loro sono in cassa a 1100 euro al mese

La comunicazione è arrivata ieri a tutti gli addetti. Incredulità e amarezza tra i lavoratori, ma infuria anche la polemica politica. Ravello (FdI): "Qualcuno si scusi". Appendino (M5s): "Intanto il ceo guadagna 750 volte lo stipendio di un suo dipendente"

catena di montaggio Maserati

Beffa e incertezza per gli operati Stellantis di Mirafiori

Se non fosse terribilmente seria, la situazione potrebbe sembrare quasi ridicola. E' questo il pensiero che hanno avuto i tanti lavoratori di Mirafiori (in particolare quelli in cassa integrazione) che nelle scorse ore si sono visti recapitare la mail con cui Stellantis proponeva l'acquisto di un bolide del Tridente.

Caro collega, siamo lieti di annunciarti che da settembre avrai la possibilità di acquistare una vettura Maserati a condizioni dedicate a te”, recita il messaggio. Con tanto di precisazione: "Potrai scegliere tra i modelli di Grecale, Gran Turismo, Gran Cabrio e configurarli come preferisci. A eccezione di personalizzazioni Fuoriserie".

Probabilmente un messaggio uguale per tutti i dipendenti del Gruppo sparsi in giro per l'Italia, ma senza dubbio l'effetto è stato profondamente beffardo. "Non è uno scherzo - dicono gli operai -: è arrivata a tutti". Peraltro, ad aumentare il senso di beffa, proprio li fatto che all'interno della crisi dello storico stabilimento torinese, proprio Maserati è quella che sembra soffrire di più: nelle vendite e, quindi, nei volumi produttivi (per tacere del trasferimento da Grugliasco a Mirafiori, ammainando la bandiera del Polo del lusso).

"Qualcuno adesso si scusi"

E non sono mancate le reazioni della politica, in maniera decisamente bipartisan. “La mail con cui Stellantis offre agli operai della linea Maserati di Mirafiori, prima in cassa integrazione e ora in contratto di solidarietà, condizioni speciali di acquisto sulle autovetture del marchio, ha un sapore quantomeno beffardo - dice Roberto Ravello, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia in Piemonte -. Si tratta di modelli costosi, di "innata esclusività", come riporta la home page del sito della Casa, che partono da 80mila euro, proposti a operai che, vista l’attuale contingenza, ragionevolmente attendono comunicazioni di ben altro tipo e che, con stipendi di poco superiori ai 1.100 euro al mese, è facile immaginare  che purtroppo abbiano altri pensieri per la testa". "Preoccupa il pressappochismo dell’azienda in questa fase delicata: da Stellantis si attendono investimenti, rilancio produttivo e rassicurazioni in ottica occupazionale, non certo mail dall’amaro sapore di beffa. Auspico che qualcuno si senta in dovere di scusarsi per l’accaduto”

Applicare il metodo Olivetti

E sulla stessa lunghezza d'onda si schierano anche gli esponenti del Movimento Cinque Stelle, in particolare la ex sindaca di Torino, Chiara Appendino: "Immaginate di essere un operaio Stellantis che da mesi cerca di portare avanti la famiglia barcamenandosi tra cassa integrazione e contratti di solidarietà da poco più di 1.100 euro al mese e ricevere questa offerta per comprare macchine di lusso dalla propria azienda". "Immaginate di assistere da anni alla fuga dall'Italia di Stellantis, che è anche arrivata a proporre ad alcuni operai di trasferirsi in Polonia per mantenere il posto, e di sapere che l’amministratore delegato guadagna oltre 750 volte lo stipendio di un operaio".

"Proprio per questo ho proposto - alla costituente M5S e in una pdl che depositerò - di adottare la “regola Olivetti” per cui un top manager non possa guadagnare più di 10 volte quanto guadagna un suo dipendente. I salari minimi devono aumentare: si tratta di giustizia e di tenuta sociale"

"Siamo un porto di mare, qualcuno dia spiegazioni"

E il malessere serpeggia anche tra gli stessi operai, che accanto alla mail promozionale devono vivere anche altre situazioni ormai dolorose: "Mirafiori Carrozzeria è diventata un porto - dicono le rsa di Fiom -. Da qui si parte per Polonia, Francia e magari riusciranno ancora a studiare mete più esotiche. Si arriva anche, un tempo, dalla Slovacchia perché non bastavano gli addetti già impiegati su 500 Bev. Ora arrivano in trasferta, dal resto d'Italia, peccato che siamo in solidarietà". E ancora: "Giustamente altri, circa 760, sono partiti per economia circolare e cambi ibridi, un viaggio breve. Il lavoro deve arrivare a Mirafiori Carrozzeria. Qualcuno però deve spiegare, bene, a noi e a tutte le lavoratrici e ai lavoratori in solidarietà, i motivi di queste scelte. A noi, ma anche all'opinione pubblica e a tutte le istituzioni".

Intanto, proprio nell'ottica di questi spostamenti, passano da 18 a 20 i turni lavorativi settimanali nel reparto eDCT di Mirafiori, che produce i cambi per alcuni motori ibridi di Stellantis. Circa 200 lavoratori delle Carrozzerie rientreranno dunque dai contratti di solidarietà. Entro fine mese l’occupazione complessiva del reparto raggiungerà quota 700 lavoratori dai circa 500 impiegati finora. “Si tratta di una notizia positiva per Mirafiori – commenta Luigi Paone, segretario generale Uilm Torino – che arriva in un momento ancora difficile per lo stabilimento torinese. Dopo una lunga discussione con l’azienda, abbiamo trovato l’accordo anche sui temi di logistica e sicurezza che incidono in maniera importante sulla vita di lavoratrici e lavoratori. L’accordo odierno – sottolinea Paone – fornisce concrete garanzie occupazionali ai lavoratori di Mirafiori”.

Massimiliano Sciullo

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