Gli eroi dei fumetti, esclusa qualche rarissima eccezione, anche quando scritti da autori italiani, abitano e agiscono perlopiù all’estero, soprattutto negli Usa e in Giappone. Hanno perciò nomi stranieri, guidano auto straniere, vivono in città che sono diverse dalle nostre per dimensioni, estetica, stile architettonico.
Chissà perché. Forse all’orecchio del lettore italico la pronuncia anglosassone o comunque straniera risulta da sempre più avvincente. Il nome John Smith, per qualche misterioso motivo, suona più fico del nome Mario Bianchi; un evento che accade sulla Fifth Avenue di New York suscita più emozione di qualcosa che accade, che ne so, in Via Verdi a Camogli.
Certo, non è auspicabile un ritorno alla chiusura della metà del secolo scorso, quando tutti, ma proprio tutti i nomi venivano tradotti in italiano e si prediligevano location nostrane, però siamo passati da un estremo all’altro. Una storia scritta bene può funzionare a qualunque latitudine a prescindere dalla nazionalità dei personaggi. Siamo un pubblico provinciale? No, almeno non come un tempo. Forse si tratta più di una consuetudine che ci portiamo appresso dal dopoguerra, di un’assuefazione che rende ancora statisticamente più frequente la scelta di dare agli eroi un’origine estera. Alla fine potremmo dire che non viene fatto apposta, ecco. I gusti del pubblico? Beh, se hanno così tanto successo le fiction recitate con la parlata siciliana, napoletana, materana, chi dice che non riscuoterebbero gradimento anche dei fumetti ambientati in Italia?
E’ proprio questa sorta di blocco però, a rendere estremamente accattivanti le storie in cui il protagonista straniero di turno viene a vivere una delle proprie avventure qui, nel nostro Belpaese. Sono alcuni anni, ad esempio, che un’eroina dei fumetti che di norma agisce negli Usa, frequenta con insolita assiduità alcune città italiane. Si tratta della criminologa Julia, protagonista dell’omonima serie della Sergio Bonelli Editore.
Julia è da sempre un personaggio anomalo, una donna colta, elegante, che non utilizza la violenza e risolve crimini efferati utilizzando soltanto intelligenza, competenza, e sensibilità. E’ un fumetto d’autore che non ha nulla da invidiare alla grande prosa, poiché raggiunge spesso livelli letterari altissimi. Non per niente il “papà” di Julia è quel Giancarlo Berardi che già qualche decennio fa, con un altro personaggio, Ken Parker, dimostrò come anche un fumetto possa8 diventare poesia. Julia peraltro, non difetta neanche dal punto di vista grafico in quanto, come altri personaggi bonelliani, può contare su una scuderia di disegnatori di notevole valore artistico.
Alla fine del 2023, la criminologa di Garden City, città immaginaria del New Jersey, ha tagliato il ragguardevole traguardo di 25 anni di vita editoriale ed è stato pubblicato il suo trecentesimo albo mensile, contenente una storia ambientata a Roma. L’albo si intitola appunto “Le mie vacanze romane”. La citazione cinematografica del titolo, tra l’altro, offre l’occasione di far notare anche ai meno attenti la somiglianza fisica che passa tra la protagonista e Audrey Hepburn.
Il numero 300 - Copertina di Cristiano Spadoni
Come dicevamo, i viaggi in Italia di Julia non sono rari e questo dipende dal fatto che si è fidanzata con un italiano, un poliziotto (genovese, come il suo autore) di nome Ettore Cambiaso. Galeotto fu il numero 174 del marzo 2013, “Cadavere in trasferta”.
Il numero 174 - Copertina di Cristiano Spadoni
Qui compaiono, per la prima volta, un ritratto del capoluogo ligure comprensivo di porto e una comparsa che parla in genovese.
Panoramica di Genova nel numero 174 - Disegni: Luigi Copello
Il porto di Genova nel numero 174 - Disegni: Luigi Copello
Personaggi che parlano in genovese nel numero 174 - Disegni: Luigi Copello
Nella storia Cambiaso indaga su un omicidio avvenuto a Genova; le sue indagini lo portano fino a Garden City ed è qui che conosce Julia. La relazione tra i due prosegue nei numeri successivi, a distanza. I due si raccontano le loro giornate in videochiamate serali, finché lei non decide di prendersi una vacanza e di raggiungere lui, nel numero 197 del febbraio 2015, a Genova. Guarda caso l’albo si intitola “La Superba”.
Il numero 197 - Copertina di Cristiano Spadoni
Si susseguono anche in quest’albo “ritratti” di Genova.
Panoramica di Genova nel numero 197 - Disegni: Luigi Copello
Genova, Piazza della Vittoria, nel numero 197 - Disegni: Luigi Copello
Questura di Genova nel numero 197 - Disegni: Luigi Copello
Porto antico Genova nel numero 197 - Disegni: Luigi Copello
Ovviamente Cambiaso, nel corso della storia, fa da cicerone a Julia nei carrugi e non le fa mancare neanche le esperienze culinarie (trenette al pesto e pansoti con salsa di noci, stoccafisso in umido e altre leccornie del luogo). Per la cronaca, anche in questa storia Julia fa in modo che i cattivi di turno siano assicurati alla giustizia. Lo stesso farà nelle sue altre due vacanze in Italia, passate ancora in compagnia del fidanzato genovese: quella partenopea del numero 209, nel febbraio 2016, intitolata “Vedi Napoli e poi muori” e la già citata e più recente vacanza romana del numero 300.
Le due storie genovesi e quella napoletana sono state anche raccolte in un volume brossurato intitolato “Viaggio in Italia”.
Nella scuderia degli eroi Bonelli c’è almeno un altro personaggio che viene spesso a farci visita. Si chiama Dampyr. Ha visitato anche lui Napoli e Venezia, ma anche Palermo, Torino, il Salento e la Sardegna.
Perfino i supereroi americani, in qualche raro caso, sono venuti a menar pugni da noi.
Batman, il Joker e Bane si sono scontrati addirittura all’interno del Colosseo nell’ultimo espisodio del ciclo “Batman Europa” (2016). Catwoman ha combattuto contro Cheetah addirittura nella Basilica di San Pietro nella miniserie “Catwoman: When in Rome” (2005). Spider-Man ha visto Venezia nel volume “Il segreto del vetro” (2003), esperienza che si è ripetuta, come una sorta di citazione, anche nel film “Spider-Man Far from home”.
Per non parlare poi delle innumerevoli incursioni nel nostro paese degli eroi disneyani (approfondiremo in futuro in un articolo apposito).
Insomma, i fumetti ambientati in Italia possono esistere. Provocano magari un iniziale smarrimento nella lettura, perché non siamo molto abituati a vedere gli eroi agire nel nostro cortile condominiale, però le storie si rivelano sempre divertenti, interessanti, particolari.
Chissà che prima o poi non nasca un personaggio in grado di ottenere sulle pagine disegnate, in un’ambientazione italiana, lo stesso successo dei Montalbano, dei Ricciardi, delle Tataranni delle fiction televisive.
Staremo a vedere.
Intanto ci diamo appuntamento, come al solito, alla prossima settimana.