Le minoranze vanno rispettate, per cui spieghiamo ai pochissimi che non lo sanno, chi è Goldrake. Non so se queste ipotetiche minoranze esistano poi davvero. I cinquantenni di oggi lo conoscono perché da bambini lo hanno visto, vissuto e amato; gli ottantenni di oggi sono i genitori dei suddetti cinquantenni che, in qualche modo, lo hanno sopportato, lasciando che i figli scorrazzassero per casa urlando “alaaaaabaaaardaaa spaziaaaaleeee” e cantando la sigla “ufo robot - ufo robot”; i ragazzini di oggi lo conoscono perché i cinquantenni genitori fanno loro vedere i vecchi cartoni (facilmente reperibili su internet o in dvd) e li commentano, li raccontano con lo sguardo sognante e gli occhi un po’ lucidi.
Difficile quindi che qualcuno non conosca il personaggio, ma azzardiamo una sinossi: la stella Fleed viene distrutta dalle truppe di Re Vega, un tiranno che vuole impadronirsi di tutto l’universo. L’unico superstite, il principe Actarus/Duke Fleed, dopo un’impari lotta condotta con un robot da lui costruito (Goldrake), fugge dalla sua stella e trova rifugio sulla Terra. Ma i mostri spaziali di Vega, tempo dopo, si presentano anche sul nostro pianeta. La tecnologia terrestre non può nulla contro di loro. Actarus/Duke Fleed decide allora di difendere la sua nuova patria utilizzando il suo robot. Lo aiutano nell’impresa sua sorella Maria e gli amici Alcor e Venusia.
Bene. Sempre ammesso che ce ne fosse bisogno, ci siamo rinfrescati la memoria. Ma ora veniamo alla notizia che interessa, a vari livelli, le tre generazioni che abbiamo preso in esame: mancano poche settimane, poi il sogno di tanti appassionati diventerà realtà.
Goldrake ritorna
Avrà un look più moderno, uno stile più manga. La fisionomia del robot, almeno da quel che si vede nel trailer, rimarrà comunque più o meno la stessa: le doppie corna dorate, la striscia rossa a forma di “v” sul petto, le punte acuminate sugli avambracci, l’immancabile alabarda spaziale.
Il trailer di Goldrake ULa nuova serie è stata prodotta in Arabia Saudita dalla Manga Productions. La circostanza non deve stupire, se è vero, ad esempio, che nella città di Riyad campeggia una statua del robot entrata nel Guiness dei Primati come la più alta statua di metallo mai realizzata raffigurante un personaggio di fantasia (33 m).
L’Arabia Saudita è senza dubbio una delle nazioni in cui Goldrake ha avuto più successo. La superano in questa gara tra fans soltanto la Francia e l’Italia.
La statua di Goldrake in Arabia Saudita
Furono proprio i cugini d’oltralpe a importare per primi in Europa questo cartone animato proveniente dal Giappone (trasformarono il nome originale del robot da Grendizer, in Goldoràk). E qualche tempo dopo fu una funzionaria Rai, Nicoletta Artom, a intuire le potenzialità del prodotto e a portarlo da noi, acquistandolo dalla Tv francese.
Peraltro, parlando di importazione, il trailer della nuova serie ci dà occasione di svelare una curiosità. Come si può vedere, tra gli “ospiti d’onore” dell’anime ci sarà un’altra creatura di Go Nagai (questo il nome del papà di Goldrake), ovvero quel Mazinga Z che, cronologicamente, per meccanismi misteriosi che ancora oggi non conosciamo, è stato importato in occidente per ultimo, ma costituisce in realtà il primo capitolo della saga.
Sì, perché per Go Nagai il vero eroe è il pilota Koji Kabuto, le cui imprese cominciano alla guida di Mazinga Z (nel cartone italiano trasmesso in Italia nel 1980, il nome fu cambiato in Rio), proseguono nel finale del Grande Mazinga (giunto da noi nel 1979) e si sviluppano ulteriormente in Atlas Ufo Robot Goldrake (che andò in onda per la prima volta il 4 aprile del 1978. Qui il nome di Koji venne cambiato in Alcor).
Quindi è evidente che noi europei, da un punto di vista cronologico, abbiamo seguito la saga al contrario, senza neanche renderci conto, all’epoca, che le avventure dei tre robot erano tra loro collegate. Poco male, anzi, chissà, forse è stato meglio così.
Dunque il 4 aprile 1978, con la messa in onda del primo episodio della serie, in Italia cominciò la “Goldrakemania”. Un fenomeno che causò addirittura delle interrogazioni parlamentari. Le novità fanno sempre un po’ paura: il personaggio venne accusato di istigare i bambini alla violenza, ma fu difeso, in un celebre articolo, da Gianni Rodari in persona.
La “Goldrakemania” prosegue tuttora: come dicevamo all’inizio, c’è un passaggio di testimone tra la generazione precedente e quella attuale.
Il caso di Yuriko Tiger (nome d’arte della cosplayer imperiese Eleonora Guglielmi) ne è un esempio lapalissiano. L’artista ha annunciato nel marzo scorso che, scelta da Go Nagai in persona, avrebbe interpretato il cosplay di uno dei personaggi della nuova serie nel corso di un evento internazionale previsto in Giappone. E infatti, sul suo profilo Instagram la si è vista recentemente vestire i panni della Principessa Teronna, un personaggio risalente addirittura a “Ufo Robot Gattaiger - La grande battaglia dei dischi volanti”, l’episodio pilota della serie degli anni ‘70. Nel commento alle foto che la ritraggono durante l’evento Yuriko fa riferimento a suo padre: “Sono diventata cosplayer ufficiale di Grendizer U e ambasciatrice del nuovo anime. [..] Potrete trovarmi allo stand di AnimeJapan, vestita come il personaggio Teronna! Ho avuto l'onore di incontrare Go Nagai e anche i doppiatori dei vari personaggi, è stata un'esperienza davvero straordinaria! Non vedo l'ora di vedere in onda in tv il remake realizzato da MangaProduction!!! Sono sicura che mio padre è orgoglioso di me per questo”.
La frase finale di questo commento è la dimostrazione empirica di come la passione per il personaggio venga trasmessa “da padre in figlio”, anzi, in questo caso, in figlia.
Da rimarcare che la cosplayer ligure sarà presente a tutti gli eventi legati a Goldrake U che avranno luogo in Giappone e in Europa.
L’imperiese Yuriko Tiger nel cosplay della principessa Teronna
Altri sintomi di “Goldrakemania” tuttora viva e attiva: i social sono colmi di gruppi e pagine che raccolgono i fans del personaggio; è ancora vivissimo, online e nelle fiere, il commercio (peraltro piuttosto dispendioso) di merchandising a tema.
Non stupisce dunque che l’annuncio della nuova serie, che si preannuncia come un reboot con alcune differenze nella trama, abbia sollevato non soltanto hype tra gli appassionati, ma anche timori conditi da qualche pregiudizio. L’aspetto grafico del pilota non convince, è troppo lontano dall’Actarus che fece innamorare tante ragazzine dell’epoca. Pare comunque che Go Nagai sia stato direttamente coinvolto in questa produzione, la sua presenza dunque dovrebbe garantire che le differenze dovute all’inevitabile attualizzazione del prodotto, non provochino stravolgimenti insopportabili.
Ma chi ha creato materialmente Goldrake U? La produzione si avvale di professionisti di prim’ordine: Ichirō Ōkouchi (Gundam, Lupin, Devilman) alla sceneggiatura, Yoshiyuki Sadamoto (Evangelion) al design dei personaggi, Junichi Akutsu (Gundam) al design tecnologico, solo per citare alcuni esponenti di una squadra ben più numerosa.
Si celebra dunque il ritorno di Goldrake sugli schermi, ma nel corso degli ultimi anni si sono succedute diverse pubblicazioni che lo hanno visto agire molto in cartaceo (nasce inizialmente come manga). Certo, l’effetto dell’urlo “Goldraaaaaake!” in mezzo allo scintillìo della trasformazione di Actarus, su carta è meno coinvolgente, ma il lettore si è quasi sempre trovato tra le mani prodotti editoriali di ottimo livello.
Peraltro è giunta di recente la notizia di un nuovo manga in lavorazione: “Jeeg contro Goldrake”. La storia sarà di Go Nagai, mentre la realizzazione verrà affidata a un team tutto italiano.
Di Goldrake su carta parleremo comunque in futuro in un articolo ad hoc.
Insomma, a pensarci bene parlare di un ritorno non è del tutto esatto. Goldrake in realtà non se n’è mai andato. Anzi, è lecito aspettarsi che la nuova serie anime non sarà nient’altro che l’ennesima tappa del suo inossidabile successo.
Vi aspetto la prossima settimana con altre news dal mondo del fumetto e della fantasia.
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Thomas Pistoia, classe 1971. Giornalista pubblicista, collabora con alcune riviste e quotidiani. Come soggettista e sceneggiatore di fumetti ha realizzato storie per Nathan Never, Zagor, Diabolik.
Ha pubblicato due romanzi ("La leggenda del Burqa" - 2016 - "Da quassù" – 2020) e due graphic novel (“Testa o croce” - 2018 e “Un fiore rosso per la libertà” - 2023).