Il comparto frutticolo è giunto a un punto di svolta nel nostro Paese. Questo è quanto è emerso dal convegno che si è tenuto a Cavour in occasione di TuttoMele. Un convegno organizzato da Confagricoltura Cuneo e Confagricoltura Torino per delineare le criticità del mercato e come affrontarle.
Nei primi sei mesi del 2023, i consumi ortofrutticoli sono calati del -8% in Italia rispetto allo stesso periodo del 2022; una diminuzione del -7% due volumi. La spesa generata per l’ortofrutta è stata di 6,2 miliardi (fonte: caso Italy). Per quanto riguarda la frutta, da gennaio a giugno è stata acquistata per un volume complessivo di 1,28 milioni di tonnellate con il prezzo medio incrementata del 9%.
In Piemonte, per quanto riguarda la raccolta delle mele, frutto protagonista della kermesse cavourese, la produzione è calata, ma in favore della qualità: “C’è stata una minor produzione dovuta all’andamento climatico particolare - conferma Michele Ponso, Presidente Nazionale Frutticoltura di Confagricoltura - ma la qualità è stata ottima quest’anno grazie anche alle piogge. Una qualità eccelsa, sebbene ci sia appunto stato dal 15 al 20 % in meno di produzione”.
Un agricoltura che cambia appunto, anche per il Piemonte, ma come la si affronta? “Formando le persone, facendogli capire che ci sono delle evoluzioni in corso, cercando di aiutare gli agricoltori sia per quanto riguarda mancanza d’acqua, del personale, sulla sicurezza, c’è una nuova forma di agricoltura da affrontare” spiega l’assessore Marco Protopapa. “Dall’estero dobbiamo imparare a vedere la volontà di commercializzare e credere nei propri territori in un modo meno arcaico e tradizionale che abbiamo avuto fino adesso”.
La crisi climatica da affrontare
A livello nazionale, tuttavia, il settore frutticolo sta tuttavia affrontare diverse difficoltà. “I produttori di frutta si trovano in uno scenario sempre più complicato - spiega Mario Schiano Lo Moriello, analista di mercato ISMEA -. Lavorano in un contesto caratterizzato da diversi eventi negativi negli ultimi anni: la difficoltà nel reperire la manodopera, l’arrivo di nuovi insetti e malattia per le piante, l’aumento dei costi in seguito a tutte problematiche a livello globale, l’incremento dei prezzi su prodotti energetici e dei concimi. Vi è poi una difficoltà eccezionale che è quella del cambiamento climatico globale. Purtroppo, i frutticoltori possono testimoniare come il cambiamento climatico stia già presentando loro il conto”.
Diverse le soluzioni possibili in questo contesto: “La ricerca, l’innovazione, la comunicazione, la promozione sono sicuramente una soluzione. È necessario che a farlo siano gli agricoltori che si mettano in rete, sotto forma di cooperazione o di unione di prodotto, anche allo scopo di gestire un’offerta aggregata e quindi avere un maggiore potere contrattuale rispetto alla distribuzione”.
Il ruolo della distribuzione
Distribuzione che deve affrontare due problematiche: “Le difficoltà produttive dettate dalle avverse condizioni meteo che hanno afflitto il Paese in questi ultimi mesi e, di conseguenza, il tentativo di calmierare l’inflazione che si va ad abbattere sui costi” come spiega Fabio Ferrari della direzione commerciale di Food Coop Italia. “Occorre fare un presidio forte delle filiere produttive, dando il nostro contributo in termini di impegni di ritiro dei prodotti e cercare di contenere i costi lungo tutta la filiera”.
“Il compito della distruzione oggi è quello di portare sui banchi il prodotto con il migliore rapporto qualità-prezzo senza speculare sulle stagionalità - aggiunge Giovanni D’Alessandro, direttore di Canale Basko -. L’obiettivo è di rendere sempre più ecumenico il consumo della frutta e dell’ortofrutta, anche come modello di dieta e di adozione di uno stile di vita sano. Oggi le persone sono più attente a consumare prodotti di stagione, c’è una ricerca di prodotti tipici dei territori”.