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Attualità | 24 ottobre 2022, 19:47

“‘Rocker’ è come un figlio, per questo motivo non lo vendo”

Pinerolo a fine anno perderà il suo negozio di dischi, che chiude sfiancato dalla burocrazia e i suoi costi

Manuel Lardaruccio, titolare di Rocker

Manuel Lardaruccio, titolare di Rocker

“È stata una bella crescita, fermata solo dal Covid. Ma anche in quel periodo ho lavorato, grazie a clienti che facevano ordini. Pinerolo e i pinerolesi hanno risposto bene in questi anni, ma la burocrazia e i suoi costi sono troppi”. Manuel Lardaruccio ha deciso di tirare giù la serranda a fine anno: chiuderà il suo negozio di dischi ‘Rocker’, che per un anno e mezzo è stato nella Galleria del Cinema di via Buniva e per altri 4 all’imbocco del centro storico, in via Duca degli Abruzzi 4.

Pinerolo perde così il suo unico esercizio pubblico dedicato interamente alla musica e che ha riportato la cultura del vinile in città: “I pinerolesi hanno risposto bene anche su questo fronte, anche se la scena musicale in questa fase è alla deriva: i vinili che si vendono sono quelli dei gruppi di un tempo come Pink Floyd, Beatles o Dire Straits”.

Un negozio come ‘Rocker’ è stata per lui una scommessa e una soddisfazione, con le sue vetrine ‘stravaganti’ e i suoi gadget ricercati: “La macchina della burocrazia è diventata troppo pesante e i costi delle bollette non sono sostenibili. Se chiudo, probabilmente, è anche colpa mia perché non ho voluto uniformarmi sui prodotti in vendita e sull’arredamento. E ho scelto di non vendere, perché ‘Rocker’ è come un figlio, certe realtà nascono e poi muoiono”.

Per lui, il negozio, è stato un laboratorio dove promuovere e fare cultura musicale: “I venditori di dischi sono pigri e spesso rinunciano al loro ruolo di fare cultura. Purtroppo oggi il livello di conoscenza del pubblico è basso e non ci sono nemmeno più le trasmissioni musicali di un tempo, come quelle di Mtv, mentre gli artisti sono tutti belli, ma manca lo spessore di un Iggy Pop o di un Chet Baker”. E le sue previsioni sono fosche: “Credo che questo tipo di negozi sparirà nell’arco di qualche anno, a meno che il governo si renda conto dell’importanza della cultura e dei piccoli negozi, come panetterie, calzolai, che fanno l’economia di un paese. Altrimenti diventeremo un popolo di tiktoker e instagrammer”.

In questi anni sono passate numerose persone in negozio e ci sono stati momenti molto particolari: “Ricordo con piacere quando il nostro vescovo Derio si è fermato a parlare di musica con il vicepresidente dell’Arcigay di Torino”.

Lardaruccio ha animato la vita pinerolese con una serie di ‘Concerti in vetrina’ gratuiti, che hanno visto protagonisti artisti come Red Canzian dei Pooh o Dente e che intende ripetere prima della chiusura. E ha ricevuto un bel gesto di solidarietà quando è andato all’ospedale per Covid: “I negozi vicini hanno raccolto dei soldi per permettermi di pagare le bollette e aprire quando sarei guarito”.

Inoltre, in questi anni, si è anche distinto per la sua attività social. Prima delle elezioni comunali contendeva scherzosamente la fascia di sindaco a Luca Salvai, mentre da qualche mese ha ingaggiato un duello a suon di ‘dispetti’ e ‘sabotaggi’ con Dario Mongiello, direttore di ‘Voce pinerolese’ e consigliere comunale.

 E proprio a lui non risparmia l’ennesima frecciatina: “Fuori dal negozio mi annoierò moltissimo e non so ancora cosa farò… potrei fare il giornalista, perché se lo fa Mongiello, posso farlo anche io”.

Marco Bertello

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