“Lo dico sempre ai miei amici, fare il vigile è come fare l’arbitro: nessun tifoso è dalla tua parte e quando fischi c’è sempre qualcuno che si lamenta. Ho sempre cercato, però, di usare i cartellini senza esagerare” Danilo Boiero riassume così la professione che ha fatto per 36 anni. Domani, mercoledì 1° giugno, giorno del suo sessantesimo compleanno, andrà ufficialmente in pensione e lascerà il suo ruolo di istruttore della polizia municipale a Vigone.
Giovedì scorso c’è stato un momento di saluto in Comune e la consegna del ‘Nastrino Covid-19’ per l’impegno durante l’emergenza sanitaria: “È stato un periodo duro, non solo per la scomparsa del sindaco Luciano Abate, che porto nel cuore. Era difficile far stare la gente a casa e bisognava tenere conto delle difficoltà che affrontavano tutti, ma soprattutto bambini, ragazzi e disabili” si commuove. L’emergenza sanitaria ha portato anche situazioni di disagio economico che qualche anno fa erano imprevedibili.
Boiero ci tiene “a ringraziare i vigonesi” e porta con sé il ricordo di “un paese tranquillo, che non è cambiato molto negli anni”: “Io ho iniziato a svolgere questa professione ad Airasca, dove la situazione era molto complicata: c’erano prostituzione, ladri d’auto e rapinatori… – spiega –. Ai tempi la Statale 23 divideva le realtà ‘industriali’ dalla quiete della campagna”. Questa tranquillità è stata mantenuta anche “grazie al nostro lavoro, coordinato con quello dei carabinieri”.
Un pensiero particolare lo rivolge ai disabili, a cui si è dedicato tanto: “Io ho avuto un incidente e sono rimasto 8 mesi su una sedia a rotelle, so cosa vuol dire. In questi anni abbiamo messo numerosi stalli di sosta per loro, abbiamo cercato di aiutarli nelle pratiche e abbiamo ascoltato le loro esigenze”. Smessa la divisa, Boiero non farà comunque ‘vita da pensionato’: “Io vivo a Busca, dove mia moglie ha un’attività commerciale e le darò una mano”.