Emergenza energetica, costi delle materie prime e - ad appesantire il tutto - anche la guerra in Ucraina che peggiora ogni previsione. Sono in crisi di fiducia, gli artigiani piemontesi, che mostrano un clima anche peggiore rispetto al primo trimestre del 2022.
Risultano infatti in calo tutti i parametri economici presi in considerazione: da quelli occupazionali (da –5,08% a –6,72%), apprendisti compresi (-20,16%), a quelli della produzione (da –7,18% a –10,62%). E si attende il peggio anche dall'acquisizione di nuovi ordini (da –6,32% a –10,78%).
Le proiezioni di investimenti per ampliamenti crescono dal 8,80% al 9,38%, quelle per sostituzioni si riducono dal 18,71% al 15,47%. Infine, gli intervistati che non hanno programmato investimenti aumentano dal 72,49% al 75,15%. In riferimento alle previsioni di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni, la negatività del saldo si rafforza, passando dal –32,84 % al –34,37%).
“Le aspettative degli artigiani - commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – sono improntate ad un accentuato pessimismo rispetto al trimestre precedente. Le cause principali sono da ricercare nel peso eccessivo dei costi delle materie prime, in particolare dell’energia, su cui ha ulteriormente inciso la situazione geopolitica che apre scenari di estrema incertezza e di grande preoccupazione, sia dal punto di vista politico che economico". "Riteniamo indispensabile un confronto permanente tra le Parti sociali e le Istituzioni, per condividere rapidamente soluzioni utili a fronteggiare le conseguenze della guerra in Ucraina. Il sostegno a famiglie e imprese passa necessariamente anche attraverso una ridiscussione del Patto di stabilità. Non è il momento di pensare a politiche fiscali restrittive. Deve essere mantenuto il sostegno della BCE, garantendo liquidità ai Paesi dell’Unione europea”.
Un pensiero che riguarda anche la recente visita a Torino del premier Mario Draghi: “Per la nostra regione – conclude Felici – lo stanziamento di quattro miliardi di euro promesso dal Governo per la città di Torino costituisce un’imperdibile occasione da cogliere per produrre un effetto leva anche per il Piemonte. Tale opportunità, con il coinvolgimento delle Parti sociali, tra cui il mondo delle piccole imprese, potrà consentire al nostro territorio di superare le profonde crisi innescate dalla pandemia ed acuite dalla crisi ucraina”.