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Attualità | 08 dicembre 2020, 07:02

"Le polemiche sulla Messa di Mezzanotte? Si discute sulla forma, dimenticando la sostanza"

Don Luca Peyron, parroco di Madonna di Pompei e docente di teologia: "Speriamo sia solo una parentesi, ma l'incarnazione del Cristo deve dare speranza contro il virus. Questo conta"

"Le polemiche sulla Messa di Mezzanotte? Si discute sulla forma, dimenticando la sostanza"

"Si polemizza sulla forma, mentre in realtà quel che conta è la sostanza. E forse la stiamo dimenticando". Con l'entrata in vigore del nuovo dpcm per il periodo delle Feste, anche il Natale vissuto dal punto di vista religioso dovrà rispettare regole e restrizioni. Tra queste, anche l'impossibilità di celebrare la Messa di mezzanotte. Una prospettiva che ha scatenato non poche polemiche e dibattiti. Ma che don Luca Peyron, parroco di Madonna di Pompei e docente di Teologia della trasformazione digitale, rispedisce al mittente.

Don Luca, come vive questa impossibilità a celebrare la Messa nella notte di Natale?
"Parliamo di una tradizione bella e importante, ma ci troviamo anche di fronte a quella che tutti speriamo sia soltanto una parentesi. E' da questo punto che dobbiamo partire per ogni ragionamento. Non c'è motivo per non pensare che, già la Messa di Natale del 2021, non si svolgerà in maniera normale e secondo abitudini".

E con la tradizione come la mettiamo?
"Beh, teniamo presente che si tratta di una celebrazione che ha gli anni contati, si tratta di una ragazzina. Neanche troppo tempo fa non si usava celebrarla, un po' per il precetto di dover essere digiuni da 24 ore, un po' perché l'elettricità non era così diffusa e quindi non si poteva né svolgere la funzione, né garantire la sicurezza negli spostamenti delle persone. E' un frutto, un bel frutto, ma della modernità".

Ma la liturgia non compie un passo indietro?
"La liturgia non parla di Messa di mezzanotte, ma di messa della notte, così come quella dell'aurora. Noi, presso la parrocchia di Madonna di Pompei, la celebreremo alle 20.30 per rientrare entro i termini del coprifuoco e andrà benissimo così, avrà lo stesso valore e significato. Anzi, forse ancora più forte".

In che senso?
"Nel senso che a Natale si celebra l'incarnazione del Cristo, che rappresenta la risposta più bella, viva e forte ai tempi attuali. E' il trionfo della vita in un tempo di morte. E' la narrazione di una speranza che è già qui con noi, è la speranza che l'essere umano torni a vivere sconfiggendo il virus. E poi spero che sia un momento che ci restituisca anche un modo diverso di vivere e di rapportarci con gli altri, dopo tutte queste difficoltà".

Eppure, più che rapportarsi con gli altri, le persone sembrano dividersi su questo tema.
"Dividersi su uno slittamento d'orario è una faccenda che non ha nulla a che fare con la Fede cattolica e tantomeno con la libertà di culto e di religione. Si combatte sulla forma, avendo dimenticato completamente la sostanza. Un qualcosa che non succede solo nella religione, ma anche nella politica, nell'economia e nella cultura. La forma è importante, ma non ci salva dall'assenza di sostanza".

Quale messaggio deve passare, dunque, in tempi come questi?
"Deve passare il concetto di Vangelo. Oggi se si parla di Vangelo si pensa ai testi sacri, ma in origine si chiamava così l'annuncio che gli araldi del re facevano al popolo per comunicare la fine della guerra e la vittoria. Ecco, la speranza che ci deve accompagnare è che presto possa arrivare l'annuncio della vittoria della guerra contro questo virus".

Massimiliano Sciullo

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